Le emozioni servono all’apprendimento!
| 04/03/2020Avete letto il titolo? Ripetiamocelo: LE EMOZIONI SONO IMPORTANTI, SERVONO ALL’APPRENDIMENTO!
eh già .. le neuroscienze hanno dimostrato che se si apprende con paura si crea un corto-circuito; una parte del nostro cervello vorrebbe ricordare quanto appreso, l’altra vorrebbe cancellarlo.
E questo vale per qualsiasi concetto o materia o attività che si vuole presentare ed insegnare al bambino: dall’andare in bicicletta, a cominciare ad usare i pennelli, ad usare le forbici etc etc. In parole povere (ndr, le mie) se si imposta un percorso educativo per un bambino in un contesto di negatività, fatica, costrizione, o addirittura paura, si crea un corto-circuito neurale, dove il bambino vorrebbe imparare qualcosa di bello e sa che dovrebbe imparare, ma le emozioni gli dicono il contrario.
Si crea confusione e personalmente sono sicura di una cosa, al bambino la confusione non serve a niente. Ce ne accorgiamo quando nella stanza c’è rumore e il bambino piccolo reagisce o chiudendosi attaccato al genitore o innervosendosi e urlando a sua volta. Ce ne accorgiamo quando la cameretta è un disastro e i giochi sono tutti sul pavimento, reduci da 2 o 3 pomeriggi di gioco senza riordino e il bambino reagisce naturalmente non-andando-a-giocare-in-cameretta (e magari preferisce un morbido divano e una televisione perchè il cervello funziona così: ”sono là in una stanza dove non c’è altro” e quindi il collegamento è più immediato e tangibile). Vi ci ritrovate vero? Allora continuate a leggere, è importante!
Tornando al tema dell’apprendimento, sapete come ho fatto ad approcciarmi a questa branchia della scienza applicata alla pedagogia? In realtà non ho fatto niente di speciale…Prima è successo che su Facebook ho conosciuto (virtualmente) Daniela Lucangeli, attualmente Professore Ordinario in Psicologia dell’Educazione e dello Sviluppo presso l’Università di Padova, ricercatrice in scienze cognitive, donna con 2 lauree, una in Logica (Filosofia) e l’altra in Psicologia. Lei di social la sa lunga, e per questo non la ringrazierò (sempre virtualmente) mai abbastanza perchè sta riuscendo a divulgare il suo pensiero e quei concetti (che hanno una base scientifica) che possono davvero cambiare l’approccio educativo, emotivo di un genitore e quindi di un’intera famiglia, con il fine ultimo della felicità del bambino, a cui è reso possibile continuare la sua crescita naturale in un ambiente e contesto pieno di serenità, fiducia e forza positiva della natura!
Questa voglia della Dott.ssa Lucangeli di divulgare contenuti che riescono a far individuare e cambiare gli approcci non corretti e che non aiutano il bambino, quegli approcci che pesso sono inconsapevolmente preimpostati nei genitori o a cui è votata una bella fetta della nostra società, è in fondo la stessa voglia che abbiamo noi in Emme di Mamma: non è mai troppo tardi, se c’è qualcosa che non funziona nella vita quotidiana della tua famiglia, non essere superficiale, forse si tratta di qualcosa di profondo ed è possibile cambiare anche la più longeva delle impostazioni mentali o abitudine. E’ una voglia che assomiglia ad una missione… e noi la sposiamo totalmente. Vogliamo invitarvi a seguire @danielalucangeliofficial su FB e a vedere i suoi video su youtube (ad esempio questo: Pillole di Qualità: il cortocircuito delle emozioni di Daniela Lucangeli); le sue video-lezioni vi faranno scattare qualche luce nel cervello e nel cuore di genitore.
PS= a parte tutti questi approcci virtuali, ho davvero incontrato (casualmente) la Dott.ssa Lucangeli mentre con Marialuna e Brenda ci concedevamo una pausa-riunione-caffè al Caffè Cavour 😉 e le abbiamo detto che ci stavamo ispirando anche a lei nel nostro progetto, e che le sue “lezioni” erano parte delle nostre linee guida!
Nello stesso periodo in cui ho scoperto la Dott.ssa Lucangeli ho poi incontrato Alessandro un amico di famiglia, che in quel periodo si doveva laureare ed è arrivato in vespa alle segreterie studenti vicino casa mia e mi ha detto di cosa parlava la tesi: di geografia emozionale.. la mia faccia dev’essere stata piuttosto perplessa perchè dopo due giorni mi ha mandato la sua tesi intera, sperando di farmi capire cosa intendeva. UAO, la sua tesi mi ha aperto di nuovo gli occhi e mi ha insegnato che l’apprendimento passa anche attraverso un luogo e uno spazio, e là dentro di nuovo ci sono le emozioni.
Alessandro scrive e spiega che un “luogo” nasce quando uno spazio è stato sottoposto ad un processo di significazione da parte di un individuo e che lo spazio geografico diventa luogo quando entra in gioco un’emozione (ndr dalla tesi di Alessandro Ruffato: Uno spazio che diventa luogo: mappatura emozionale della Scuola d’Infanzia “San Prosdocimo”).
Come ho fatto a non accorgermene prima? I bambini naturalmente associano ad uno spazio l’emozione più grande, l’amore, che è stare bene, sentirsi sicuri e protetti. Così nascono i luoghi del cuore.
In conclusione della sua tesi Alessandro consiglia alle istituzioni scolastiche per l’infanzia di cercare di capire qual è il luogo preferito dal bambino, anche da una classe, per portarlo là proprio quando gli si vuole insegnare qualcosa, per farlo sentire bene e caricarlo di positività, in modo da facilitare il processo di apprendimento. Sicuramente la frase di questa lettura che mi porto a casa è questa, che spero resti anche dentro di voi “la potenza di un’emozione può lasciare segni indelebili e un legame emozionale che si stabilisce con un luogo può influenzare per sempre la nostra persona”. Cerchiamo di ricordarcela sempre quando chiediamo ai nostri bambini di fare i compiti (che servono per imparare) o quando vogliamo insegnargli ad andare in monopattino!
Ah, e scriveteci pure a [email protected] per contattare Alessandro o leggere la sua tesi… o anche il Mago Alex che per passione diverte i più piccoli con spettacoli di magia 😉